Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 Aprile 2020 (DCPM 26/04/2020) presenta l’allegato 6 (pagina 21), cioè il “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro fra il Governo e le parti sociali” del 24 Aprile 2020. (link protocollo condiviso)
In questo documento si definiscono alcune informazioni che devono essere obbligatoriamente date dal dipendente all’azienda al fine di garantire la sicurezza di tutto il luogo di lavoro. Questi dati devono essere rilevati e trattati ai sensi della normativa (GDPR) per consentire la piena consapevolezza dei diritti e doveri dei lavoratori.
In particolare tutti i lavoratori o chiunque entri in azienda devono dichiarare tempestivamente, anche successivamente all’ingresso, se sussistono condizioni di pericolo (sintomi di influenza, temperatura, provenienza da zone a rischio o contatto con persone positive al virus nei 14 giorni precedenti,etc).
Il personale, prima dell’accesso al luogo di lavoro potrà essere sottoposto al controllo della temperatura corporea. Se tale temperatura risulterà superiore ai 37,5, non sarà consentito l’accesso ai luoghi di lavoro.
La rilevazione in tempo reale della temperatura corporea costituisce un trattamento di dati personali e, pertanto, deve avvenire ai sensi della disciplina privacy vigente. A tal fine si suggerisce di :
- rilevare la temperatura e non registrare il dato acquisito. E’ possibile identificare l’interessato e registrare il superamento della soglia di temperatura solo qualora sia necessario a documentare le ragioni che hanno impedito l’accesso ai locali aziendali.
- fornire l’informativa sul trattamento dei dati personali. Si ricorda che l’informativa può omettere le informazioni di cui l’interessato è già in possesso e può essere fornita anche oralmente. Quanto ai contenuti dell’informativa, con riferimento alla finalità del trattamento, potrà essere indicata la prevenzione dal contagio da COVID-19 e con riferimento alla base giuridica, può essere indicata l’implementazione dei protocolli di sicurezza anti-contagio ai sensi dell’art n.1, n.7, lett d.) del DPCM 11 mARZO 2020 e con riferimento alla durata dell’eventuale conservazione dei dati si può fare riferimento al termine dello stato di emergenza.
- Definire le misure di sicurezza ed organizzative adeguate a proteggere i dati. In particolare, sotto il profilo organizzativo, occorre individuare i soggetti preposti al trattamento e fornire loro le istruzioni necessarie. A tal fine si ricorda che i dati possono essere trattati esclusivamente per finalità di prevenzione dal contagio di COVID-19 e non devono essere diffusi o comunicati a terzi al di fuori delle specifiche previsioni normative (es. in caso di richiesta da parte della Autorità sanitaria per la ricostruzione della filiera degli eventuali “contatti stretti di un lavoratore risultato positivo al COVID-19.
- In caso di isolamento momentaneo dovuto al superamento della soglia di temperatura, assicurare modalità tali da garantire la riservatezza e la dignità del lavoratore. Tali garanzie devono essere assicurate anche nel caso in cui il lavoratore comunichi all’ufficio responsabile del personale di aver avuto, al di fuori del contesto aziendale, contatti con soggetti risultati positivi al COVID-19 e nel caso di allontanamento del lavoratore che durante l’attività lavorativa sviluppi febbre e sintomi di infezione respiratoria e dei suoi colleghi.
- Qualora si richieda il rilascio di una dichiarazione attestante la non provenienza dalle zone a rischio epidemiologico e l’assenza di contatti, negli ultimi 14 giorni, con soggetti risultati positivi al COVID-19, si ricorda di prestare attenzione alla disciplina sul trattamento dei dati personali, poiché l’acquisizione della dichiarazione costituisce un trattamento dati. A tal fine si applicano le indicazioni di cui al precedente punto 1 e, nello specifico, si suggerisce di raccogliere solo i dati necessari, adeguati e pertinenti rispetto alla prevenzione del contagio da COVID-19, Ad esempio, se si richiede una dichiarazione sui contatti con persone risultate positive al COVID-19, occorre astenersi dal richiedere informazioni aggiuntive in merito alla persona risultata positiva. Oppure se si richiede una dichiarazione sulla provenienza da zone a rischio epidemiologico, è necessario astenersi dal chiedere informazioni aggiuntive in merito alla specificità dei luoghi.
Queste note sono state estratte direttamente dal documento.
Le informazioni che potete (dovreste) chiedere ed ottenere sono quindi :
- i dati attinenti alla temperatura corporea come indicazione di superamento o meno della soglia critica.
- le informazioni in merito a contatti stretti ad alto rischio di esposizione, negli ultimi 14 giorni, con soggetti sospetti o risultati positivi al COVID-19;
- le informazioni in merito alla provenienza, negli ultimi 14 giorni, da zone a rischio secondo le indicazioni dell’OMS.
In pratica, rispetto al GDPR, nell’ambito di questa richiesta di informazioni suppletive al lavoratore o cliente/fornitore dell’azienda bisogna, in ottemperanza con la normativa vigente in materia di gestione dei dati personali :
- Fornire agli interessati l’informativa su questo particolare trattamento di dati personali. (es di informativa)
- Fornire ai soggetti preposti al trattamento le istruzioni necessarie.
- Registrare le informazioni necessarie fornite dall’interessato (dichiarazione) o da esso prelevate senza informazioni aggiuntive